Il momento in cui la WWE cambiò

L'introduzione del ranking mentre l'FBI bussava alla porta

Il 1992 è un anno molto particolare per la WWE. La prima parte del processo al Dr. George Zahorian si era conclusa; aveva colpito la federazione sulla propria immagine pubblica, con qualche colpo come la perdita dell’accordo con NBC per Saturday Night’s main Event e Hulk Hogan non era più tifato come prima, ma qualcosa si stava muovendo.
Sui vari social ho voluto raccontare la storia tra Jake Roberts e Randy Savage e mentre si svolgeva il feud, dietro le quinte si cercava di correre ai ripari soprattutto verso una causa che avrebbe travolto tutta la federazione.

Fin dalla sua acquisizione nel 1982 Vince McMahon sposta di molto il focus sul lato di intrattenimento, piuttosto che su quello sportivo. Per carità anche prima il bipolo NWA/WWF era rappresentato dallo scontro Lou Thesz/Bruno Sammartino, il primo grande campione NWA era un wrestler in senso puro, che veniva dalla tradizione della lotta e come tale non aveva a genio Sammartino, il grande campione WWWF, perchè era meno lottatore e più un intrattenitore. Ma anche il territorio dove la WWWF operava, cioè New York, portava a una visione più vicina allo spettacolo.
Però si tendeva a mantenere una gerarchia e una logica molto vicina a quella di una lotta legittima.

Nei primi mesi del ‘92 la WWF mette una stretta all’uso di sostanze, molti nomi quali Hogan o Roddy Piper decidono di prendersi una pausa, così come i Legion Of Doom che piuttosto che rinunciare alle sostanze decidono di andarsene. Con anche la spada di Damocle dell’FBI che sta investigando su di loro, non rimane che provare a lanciare wrestler più piccoli, più tecnici, con un modo di lottare all’opposto da quello proposto da 10 anni. Nasce così la New Generation che avrà il suo aprice nel 1994.

L’aspetto che mi porta a tornare a parlare di questa Road To WrestleMania 8, è legato all’aver notato qualcosa di particolare.
A This Tuesday In Texas il titolo WWF viene reso vacante per il finale controverso del match tra Undertaker e Hulk Hogan e verrà riassegnato alla Royal Rumble. L’esito della Rumble con la vittoria Ric Flair segna una rivoluzione netta.

In ottica di rivoluzione vediamo un cambio improvviso di tutte le storyline. Alcune si interrompono subito, a volte senza un pay-off (Flair/Hogan per esempio) altre si velocizzano, come Piper/Flair. Shawn Michaels si separa da Marty Jannetty e un rapido program per Bret Hart attorno al titolo Intercontinental li inizia a costruire per il main event.

Ma l’aspetto che più di tutti si modifica è la scelta del First Contender. Fino alla Rumble, il ruolo veniva assegnato in termini di storyline. Magari un attacco, o una interferenza, insomma un motivo legato alla parte di intrattenimento che ha caratterizzato i feud di Hogan dal 1984 in poi, soprattutto nelle serate di WrestleMania.
Per l’ottava edizione del PPV, Jack Tunney sceglie invece 5 avversari andando a creare un ranking, dando un ordine basato sulla prestazione alla Rumble. Questo porterà alla rabbia di Sid Vicious e al suo turn su Hulk al SNME dell’8 febbraio, a questo punto Tunney nello scegliere un nuovo avversario per Flair farà la scelta sulla base del ranking, ma la parte rivoluzionaria è come questo aspetto venga detto apertamente. Per la cronaca, l’avversario sarà Randy Savage.

Questi cambiamenti sono essenziali e soprattutto un momento che viene spesso dimenticato, ma che ho voluto sottolineare in questa newsletter, proprio per quello che rappresentano nella storia della nostra disciplina.

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